Monumento alla vittoria a Bolzano

Bolzano, capoluogo della provincia omonima in Trentino Alto Adige, ammalia il visitatore con un pittoresco centro storico dominato dal Duomo di Santa Maria Assunta e con una serie di castelli che lo rendono un luogo dove godersi qualche giorno di relax in un contesto naturalistico splendido. Ebbene proprio a Bolzano sorge anche il Monumento alla vittoria, un sito che si distingue per il significato assai discusso che ha ricoperto durante il suo periodo di nascita, ovvero l’era fascista.

Cenni storici

Il Monumento alla vittoria a Bolzano è un’opera marmorea che sorge proprio nel punto in cui si accedeva alla parte italiana della città, al posto del Kaiserjäger ovvero il mausoleo eretto dagli austriaci in onore dei caduti della battaglia di Caporetto.

Fu Mussolini a volere la costruzione di una sorta di arco di trionfo in seguito all’occupazione dell’Alto Adige da parte dell’Italia e dunque in ricordo della vittoria contro l’impero austro ungarico nel corso del primo conflitto mondiale. Mussolini affidò il progetto a Marcello Piacentini che lo completò tra il 1926 e il 1928, divenendo simbolo di quegli ideali propri del fascismo quali l’amore per la patria, l’eroismo e il sacrificio per la causa comune. Inizialmente l’intenzione era dedicare il mausoleo all’irridentista Cesare Balbo ma, davanti all’opposizione della sua famiglia di farne un mero mezzo propagandistico fascista, si decise di chiamarlo Monumento alla vittoria. All’interno vi sono ugualmente i busti di Damiano Chiesa, Fabio Filzi e lo stesso Battisti.

Si pensi che presso il mausoleo nel 1932 si celebrò il decennale della famosa Marcia su Roma, alla presenza di soldati tedeschi delle SS e di esponenti del partito nazista teutonico NASDAP.

Costruzione ed Inaugurazione

Il Monumento alla vittoria a Bolzano si presenta come un tempio di marmo con possenti colonne decorate con i classici fasci littori simboli del regime mussoliniano: in cima, sul timpano, si erge la Vittoria Sagittaria opera di Arturo Dazzi.

Sulla facciata est del monumento si può leggere la scritta in latino “Hic patriae fines, siste signa / Hinc ceteros excolvimvs lingva legibvs artibvs” che rammenta un ideale colloquio tra un fante del Piave e un legionario romano: la frase fa riferimento alla poderosa opera di civilizzazione dell’Italia verso altri popoli, in particolare gli altoatesini.

Sugli altri lati si possono distinguere il nome di Benito Mussolini e tre decorazioni raffiguranti Fuoco, Nuova Italia e Aria.
L’inaugurazione del Monumento alla vittoria a Bolzano è avvenuta nel luglio del 1928 sotto gli occhi del re Vittorio Emanuele III e davanti ai generali Badoglio e Cadorna, Giovanni Giurato, Italo Balbo, Costanzo Ciano, il duca degli Abruzzi e il duca d’Aosta.

L’arrivo del corteo reale venne salutato da colpi di cannone e in occasione dell’inaugurazione il monumento venne ricoperto di bandiere tricolore, le truppe di stanza a Bolzano vennero rigorosamente schierate e furono inoltre invitate ben 23 bande provenienti da tutto il territorio.

Il museo B2 '18-'45

All’interno del Monumento alla vittoria a Bolzano sorge il museo B2 ’18-’45: il percorso espositivo permette di fare un vero e proprio tuffo nella storia del monumento e conseguentemente della città di Bolzano. Il Museo, aperto nel luglio del 2014, è la naturale conseguenza dell’opera iniziata nel 2000 da alcuni consiglieri comunali, insita peraltro tutta nella frase: “Questo monumento fu eretto durante il regime fascista, per celebrare la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Essa comportò anche la divisione del Tirolo e la separazione della popolazione di questa terra dalla madrepatria austriaca. La città di Bolzano, libera e democratica, condanna le divisioni e le discriminazioni del passato ed ogni forma di nazionalismo e s’impegna con spirito europeo a promuovere la cultura della pace e della fratellanza“.

Il percorso espositivo attraversa sostanzialmente gli anni tra le due guerre mondiali, dal’18 al ’45, e racchiude le due dittature subite dalla città ovvero quella fascista e quella nazional socialista. Si spazia dunque dall’arrivo del regime fascista all’italianizzazione di Bolzano, dalle politiche sociali all’industrializzazione fino alla Seconda Guerra Mondiale e all’introduzione dello statuto autonomo.

Dove si trova

Il Monumento alla vittoria a Bolzano sorge non lontano dal ponte che solca il torrente Talvera, proprio dove un tempo sorgeva il Parco del Talvera. Si affaccia su Piazza della Vittoria (Già della Pace), facilmente raggiungibile dalla stazione ferroviaria attraversando, in circa 20 minuti, Piazza Giuseppe Verdi, Via Marconi, Via Dante e infine Lungotalvera S. Quirino.

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