I Portici di Bolzano
Bolzano, pur non essendo una metropoli, per essere visitata e scoperta in ogni suo particolare storico e artistico, richiede una certa sensibilità, tempo e voglia di soffermarsi sui dettagli che, come in quasi tutte le cose, è proprio là dove si nasconde la bellezza, dove si trovano le chiavi di lettura della storia e i canoni di una preciso stile e della sua epoca. Un esempio di storia, arte, di tradizione identitaria e di memoria popolare sono certamente i Portici di Bolzano.
I portici di Bolzano: Cenni storici
Inizia da piazza delle Erbe via dei Portici e si estende verso est-ovest sino a toccare via Argentieri dove, in un tempo lontano, due grandi torri legate da un antico muro di cinta rappresentava il limite e serviva a protezione della città.
Insieme al fossato esterno, le mura costeggiavano tutta via dei Portici sul lato destro, a tergo delle case; strutture ora scomparse, ma sono testimoni di quell’epoca medievale che viene raccontata ancora oggi in maniera chiara e viva dall’architettura delle case che su questa via si susseguono una di fianco all’altra: case di mercanti e bottegai caratterizzate da scantinati profondi anche di più piani e corti interne lunghe e strette; tutti luoghi pensati per lo stoccaggio delle merci, utilità stessa dei portici, pensati e costruiti con la funzione di proteggere le merci che di sotto venivano esposte.
Il fascino storico dei portici
Curiosità e legende
L’insieme delle botteghe che si susseguivano spesso con confini incerti l’una dall’altra sotto i Portici in quell’antica epoca, formava un vero e proprio mercato che tra gli affaristi vedeva anche nobili persone che, nonostante il colore del loro sangue, non disdegnavano i guadagni ricavati in prima persona da commerci di ogni sorta.
Si narra, e qui la curiosità, che i nobili, solitamente uomini di potere, non ne avessero invece alcuno sul mercato e sui mercanti, ma gli unici ad averlo ed esercitarlo nella sua totalità erano i Vescovi.
I veri custodi del mercato di via dei Portici erano però certamente i commercianti, la cui quasi totalità veniva rappresentata da ebrei chiamati “Laubenhuden”, nomignolo derivante dal luogo comune che descrive gli ebrei come uomini ricchi e taccagni.
Molte le leggende che raccontano queste figure di mercanti misteriosi le cui fortune venivano spesso attribuite a pratiche esoteriche o a veri e propri scambi d’interesse con il diavolo in persona.
Altre legende narrano di affari profittevoli ottenuti con la complicità e ausilio di una pianta chiamata mandragora, le cui proprietà magiche se sapute sfruttare, potevano voler dire fortuna per sé o sfortuna per uno scomodo concorrente in affari.
I Portici di Bolzano oggi
Luoghi di interesse nella via e nei dintorni
Via dei Portici oggi continua ad essere il centro commerciale più importante della città, sono cambiate le merci, ma non lo spirito; oltre a fare un giro per i negozi, è bene non perdersi alcuni scorci importanti nei dintorni, come piazza del Grano. Questa è collegata ai Portici dal vicolo della Pesa e che di fatto fa ancora parte dei Portici pur essendo una diramazione dalla via principale. Si tratta della piazza più antica della città e la più importante nel medioevo: come suggerisce il nome qua si commerciava il grano, ma anche altre merci di origine agricola e vi erano gli uffici dove poter pagare le tasse di allora in riferimento al proprio commercio.
Altro luogo inerente e legato all’attività di compra vendita delle merci che avveniva sotto i Portici, era il palazzo della Pesa. Questo fu operativo sino al 1780 e oggi assorbito nel tessuto architettonico con altre funzioni, ma che ancora sa essere testimone di quell’epoca; i bellissimi affreschi che decorano la facciata, le volte dei portici e in generale tutto il vicolo sono certamente una buona ragione per fare delle passeggiate attraverso questo libro aperto di storia ed arte medievale.
Belle pagine di questo stesso libro, sono raccontate dal museo Mercantile ospitato nell’omonimo palazzo in stile barocco, sede di quella che fu la Magistratura Mercantile istituita nel 1635. Si tratta di due piani di esposizione molto suggestiva dove è possibile prendere visione, oltre agli interni del palazzo stesso, anche a cimeli che raccontano l’attività del commercio di quell’epoca.
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