Castel Mareccio a Bolzano
Tra i numerosi castelli e dimore storiche presenti in Alto Adige (più di 800), uno dei più famosi è Castel Mareccio, o Schloss Maretsch in tedesco. Nella zona di Bolzano si possono contare una quarantina di castelli, e tra questi Castel Mareccio è particolarmente rinomato, sia per la posizione che per gli spazi.
Il primo insediamento risale al XII secolo, con successivi rimaneggiamenti nel corso del Rinascimento. A partire dagli anni ’80, il maniero è utilizzato come location per eventi culturali e complesso museale. I visitatori possono passeggiare nel giardino, da cui si gode una spettacolare vista sulle montagne, e ammirare le sale affrescate.
Dove si trova Castel Mareccio
Situata a pochi minuti a piedi dal centro storico di Bolzano, questa costruzione rinascimentale è immersa nella natura, circondata da vigneti Lagrein. La posizione in cui si trova il castello è l’ideale per ammirare il massiccio dolomitico del Catinaccio – Rosengarten.
Uno dei punti di osservazione migliori per apprezzare l’architettura esterna di Castel Mareccio è la passeggiata Lungotalvera, che prende il nome dal torrente Talvera.
La storia di Castel Mareccio
Il toponimo Marets compare già a partire dal 1180 nei documenti ufficiali, ma la prima notizia certa dell’esistenza di un insediamento dove sorge il castello risale al 1194, quando Berthold von Bozen fece innalzare la prima torre. Successivamente la dimora passò al casato di Enricus de Marets, che amministrava il territorio per conto del principe di Tirolo. Nel corso del 1300 vennero eseguite varie aggiunte, tra cui le mura e i merli.
Verso la fine del XIV secolo il casato dei Mareccio si estinse, e il castello divenne di proprietà della famiglia Reifer. Caduti in disgrazia presso il duce d’Austria dell’epoca, furono costretti a cedergli il maniero, che passò infine alla famiglia Römer.
Sotto la proprietà dei Römer, il castello fu ampliato. Vennero aggiunte quattro torri a quelle già esistenti, e nuovi affreschi andarono a impreziosire le sale, la cappella e le torri.
Gli autori dei dipinti, a tema araldico e biblico, sono purtroppo rimasti anonimi.
Tra il 1600 e la metà del 1800 si susseguirono numerosi proprietari, tra cui un convento. Nel 1851, diventato proprietà austriaca, venne adibito a deposito d’armi. Dopo l’unificazione qui si insediò l’Archivio di Stato, fino agli anni ’80 del 900, quando l’azienda di soggiorno e turismo lo ha acquisito e ristrutturato, dandogli l’aspetto odierno.
Qualche curiosità su Castel Mareccio
Molte sono le particolarità contenute nel castello, la più nota delle quali è certamente il Mosè Cornuto. L’affresco, che i visitatori possono ammirare nella Sala Romana, rappresenta in effetti il personaggio biblico con un paio di corna. Rappresentazioni di questo tipo non erano rare fino al XVII secolo, a causa di un errore di traduzione dall’ebraico dell’Antico Testamento al latino. In ebraico infatti non esistono le vocali, e pertanto il termine “coronata”, riferito alla testa, veniva tradotto come “cornuta”. A partire dal 1600 la Chiesa pose il veto su questo genere di raffigurazioni, che cessarono.
Un’altra curiosità è l’affresco raffigurante un uomo, il cui nome è Peter Spetsker, come riportato accanto alla figura. Il dipinto rappresenta, celando il vero nome, il riformatore protestante Giovanni Calvino. Il committente del dipinto era un alto dignitario dell’epoca, Lukas Römer. Sebbene ricoprisse importanti incarichi per il governo dell’epoca, Römer aveva abbracciato in segreto la dottrina calvinista, circostanza che all’epoca poteva essere punita anche con la pena di morte.
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